Il Congresso di Vienna e la penisola italiana
Conferenza
Nell'ultima serata del ciclio di conferenze "A 200 anni dal Congresso di Vienna" lo storico Marco Bellabarba esamina la complessa situazione italiana al Congresso di Vienna.
Lo scopo del intervento è quello, in primo luogo, di esaminare la storia del Congresso di Vienna da un punto di vista ¿interno’, ovvero dal punto di vista degli interessi delle élites politiche italiane. La storiografia tradizionale ha voluto fornire un’immagine solamente passiva dell’Italia, per sottolineare in questo modo il carattere arbitrario e dispotico delle decisioni prese a Vienna. Ma sappiamo che non fu così. Le classi dirigenti italiane ebbero nei confronti del Congresso aspettative molto precise e, allo stesso tempo, molto diverse: questa diversità di orientamenti fu influenzata dal passato napoleonico dei singoli stati della penisola e deve essere analizzata con estrema attenzione.
Un secondo aspetto dell’intervento riguarda specificamente la posizione dell’Austria. In un certo senso il Congresso di Vienna fu la prima occasione nella quale la diplomazia austriaca elaborò un’immagine complessiva, dal punto di vista politico, della penisola italiana. Ma non bisogna dimenticare che, già prima del Congresso, l’Austria aveva per qualche anno esteso il proprio controllo su alcuni territori di lingua italiana, come il principato ecclesiastico di Trento e la Repubblica di Venezia (compresi i territori istriani). La cosiddetta prima dominazione austriaca fu un momento importante e forse ancora non sufficientemente studiato. Si cercherà pertanto di esaminare se le scelte politico-istituzionali assunte da Vienna nel 1805 influenzarono quelle di dieci anni dopo e in che modo furono modificate dalle decisioni del Congresso.